Se un professionista, prendiamo il caso di un architetto, ha speso 3mila euro in un anno per corsi di formazione e convegni, oggi può portare queste somme in deduzione al 100% (fino alla dichiarazione dei redditi 2017 la deducibilità si fermava al 50%). Se invece un ingegnere o un avvocato, proseguendo con gli esempi, volessero asseverare o certificare un atto pubblico, sostituendosi alla Pa, ancora adesso non lo potrebbero fare visto che la delega contenuta nel Jobs act del lavoro autonomo per rimettere alle professioni organizzate in ordini e collegi una serie di funzioni della pubblica amministrazione (anche la certificazione o l’autentica) non è mai stata esercitata ed è ormai scaduta. Così come l’innovazione, forse, più attesa per il mondo degli oltre 1,4 milioni di professionisti “ordinistici” introdotta dalla legge 81 del 2017: l’estensione di sussidi ad hoc e, più in generale, di forme di welfare per gli iscritti, con particolare attenzione a coloro che hanno subito una significativa riduzione del reddito. Ebbene, anche qui, era atteso un decreto attuativo, che non è mai giunto al traguardo, tra l’indifferenza della politica e di ben due governi, il Conte I e il Conte II. Leggi articolo completo su http://quotidianolavoro.ilsole24ore.com/art/agevolazioni-e-incentivi